L'ultimo periodo della lirica leopardiana

Nel 1934 Walter Binni, ventunenne, è allievo della Scuola Normale Superiore di Pisa e presenta il suo “saggio di III anno in Letteratura italiana” presso la facoltà di Lettere della Regia Università di Pisa, di fronte a una commissione presieduta da Attilio Momigliano. La “tesina”, intitolata L’ultimo periodo della lirica leopardiana, segna l’inizio del percorso critico di Binni nel suo confronto personale con la poesia e la poetica di Leopardi che lo impegnerà per tutta la vita, e costituisce il nucleo originario della svolta più significativa nella critica leopardiana del Novecento rappresentata da La nuova poetica leopardiana pubblicata da Binni nel 1947.
La “tesina del ’34”, fino ad oggi inedita, sarà ricordata da Binni ancora nell’edizione delle Lezioni leopardiane del 1994: «Questa interpretazione, discussa nel giugno del ’34 con Momigliano, piacque molto al Maestro, anche se la sua lettura leopardiana era diversamente orientata e pur ricca di spunti che approfonditi avrebbero portato anch’essi assai lontano dalla linea ‘idillica’ di impronta crociana e poi derobertisiana. E soprattutto piacque a me, e attraverso un articolo frettolosamente steso per un volume di scritti in occasione delle celebrazioni dei grandi marchigiani uscito nel ’35, la mia impostazione della poetica eroica dei canti dal Pensiero dominante alla Ginestra colpì un lettore attento come il Sapegno che giustappose al Leopardi idillico questa svolta eroica nel terzo volume del suo Compendio della letteratura italiana del 1946».
L’edizione di L’ultimo periodo della lirica leopardiana è stata curata da Chiara Biagioli, autrice dell’introduzione al volume; premessa di Enrico Ghidetti.